Istat, calano gli stipendi e salgono le disparità

Stipendi più bassi e disparità di genere e provenienza. Questi i dati pubblicati dall’Istat, che ha preso in considerazione gli squilibri salariali, il calo della paga media e la diminuzione delle retribuzioni dei nuovi contratti.

Diminuisce lo stipendio medio nel settore privato, che registra un calo dai 14,01 euro l’ora del 2015 ai 13,97 euro del 2016. Il dato rimane però positivo rispetto al 2014, dove la retribuzione media si attestava sui 13,80 euro. Secondo le rilevazioni la metà dei dipendenti ha percepito nel 2016 uno stipendio orario di 11,21 euro. Per quanto riguarda invece i così detti “low pay jobs”, le posizioni lavorative a basso costo, sono diminuite rispetto al 2014 dello 6,7%.

Anche i nuovi contratti risultano più bassi di quelli precedentemente stipulati. L’Istat ha comunicato che i nuovi assunti percepiscono uno stipendio minore del 18,4% rispetto alle “vecchie leve”. Questo fenomeno si verifica più per gli uomini (-21,5%) che per le donne (-14,6%).

Viene inoltre confermato il dato secondo cui le donne percepiscono una retribuzione minore degli uomini. L’Istat osserva che sei donne su dieci sono pagate meno della mediana nazionale. Allo stesso modo le lavoratrici con stipendi elevati sono il 17,8%, mentre per gli uomini la quota sale al 26,2%. La regione che fa registrare stipendi più equilibrati è il Lazio. Valle d’Aosta, Molise e Basilicata registrano invece i maggiori squilibri.

L’Istat osserva inoltre che «la retribuzione oraria mediana è sempre maggiore per i lavoratori nati in Italia rispetto ai colleghi nati all’estero». Impiegati e dirigenti stranieri sarebbero pagati fino a 1,38 euro in meno rispetto i loro pari italiani, mentre il divario per quanto riguarda gli operai ammonta a 0,46 euro.

(b.m.p.)

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