Porti aperti ma il maltempo li blocca. 151 migranti restano in mare

Il forte maltempo blocca lo sbarco dei 151 migranti tratti in salvo a Lampedusa sabato scorso. «Abbiamo ricevuto l’autorizzazione ad entrare nelle acque italiane per poterci mettere al riparo» afferma Riccardo Gatti, capo missione di Open Arms.

Il Viminale ha concesso ai 62 migranti a bordo di sbarcare al porto di Taranto: «La situazione è molto critica. Abbiamo un ragazzo a cui hanno sparato  e dobbiamo richiedere l’evacuazione. Altre persone hanno riportato forti ustioni dovute alla benzina. Ci sono 26 minori in totale di cui 24 non accompagnati», aggiunge il comandante.

Sempre su autorizzazione del ministero, altri 78 migranti a bordo della ong Aita Mari, troveranno un porto sicuro a Pozzallo.

In accordo con la richiesta congiunta di quattro paesi , è stato avviato l’iter per la ricollocazione. Le condizioni metereologiche, in continuo peggioramento, non consentono la ripresa delle ricerche dei dispersi nel naufragio di sabato.  Ormai, da 48 ore, i sopravvissuti stanno cercando riparo sotto le coste della Sicilia orientale.

Attraverso i suoi profili social, l’ex Ministro dell’interno Matteo Salvini ha attaccato la gestione del nuovo governo: «Ennesimo naufragio a Lampedusa. Il governo dei porti riaperti ha sulla coscienza ogni morto e disperso frutto delle nuove partenze».

Italia, Malta, Francia e Germania, però, insistono sull’applicazione concreta dell’accordo sulla redistribuzione dei migranti soccorsi nel Mediterraneo.

«Serve una gestione europea e l’accordo va esteso a tutti i paesi», ha sottolineato il premier Giuseppe Conte, in conferenza stampa con la cancelliera tedesca Angela Merkel.

Si è espresso sul caso del naufragio, anche lo scrittore Roberto Saviano: «Salvini ha distrutto la riflessione sul tema migranti ed è riuscito a far passare che il problema per fermare i flussi migratori fosse dovuto alle Ong. Adesso – sottolinea Saviano –  ci ritroviamo nuovamente con i cadaveri in mare e l’attuale ministro dell’Interno deve ripristinare legalità ai confini delle nostre acque e cancellare i rapporti che abbiamo avuto con i criminali libici».

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