Messina, mafia ruba milioni di euro dai fondi europei per l’agricoltura

Messina, mafia ruba fondi europei per l'agricoltura

E l’Unione europea paga. Milioni di euro per lo sviluppo dell’agricoltura versati su territori fantasma, che non esistono, o meglio, non appartengono ai sedicenti proprietari: boss siciliani, ma anche personaggi insospettabili condannati per essersi appropriati di contributi AGEA (Agenzia per le erogazioni in agricoltura ndr), l’ente che eroga i finanziamenti stanziati dall’Ue ai produttori agricoli, dichiarando di avere in affitto aree di cui in realtà non dispongono.

È quanto emerge dall’indagine della direzione distrettuale antimafia di Messina coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia: oltre 5,5 milioni di euro la cifra intascata. Una truffa colossale.

94 misure cautelari, 151 aziende sequestrate, 194 indagati, 48 arresti. In manette uomini della mafia di Tortorici, il cuore del Parco dei Nebrodi, i Batanesi e i Bontempo Scavo. Ai domiciliari il sindaco di Tortorici, Emanuele Galati Sardo, 39 anni, chiamato in causa per concorso esterno in associazione mafiosa e un notaio di Canicattì (Agrigento), Antonino Pecoraro, 73 anni.

L’affare è stato messo in piedi grazie alla collaborazione tra i due clan, prima rivali, poi soci. La disponibilità dei terreni veniva spesso imposta ai proprietari reali, costretti a stipulare falsi contratti d’affitto.La macchina era ben organizzata, ognuno aveva precisi compiti: c’era chi individuava i terreni da acquisire, tramite prestanome o la falsificazione degli atti, chi predisponeva la documentazione per accedere ai bandi e ai finanziamenti per i terreni che in realtà appartenevano alla Regione, al demanio, ai Comuni. Sarebbe bastata una semplice verifica per rendersi conto dell’anomalia, peccato che chi controllava era complice, a cominciare dai Centri Commerciali Agricoli (CCA) che istruiscono le pratiche per l’accesso ai contributi europei per l’agricoltura.

«La percezione fraudolenta delle somme», scrive il gip,  «era possibile grazie all’apporto compiacente di colletti bianchi, collaboratori dell’AGEA, un notaio, responsabili dei centri CAA, che avevano il know-how necessario per procurare l’infiltrazione della criminalità mafiosa nei gangli vitali di tali meccanismi di erogazione di spesa pubblica e che conoscevano i limiti del sistema dei controlli».

Il proprietario di uno di questi terreni, (l’unico) che ha presentato denuncia ai carabinieri, racconta: «Gino Bontempo, boss mafioso appena uscito dal carcere, mi chiamò per dirmi che voleva parlarmi. Ero suggestionato dalla sua figura e dal fatto che fosse appena uscito dal carcere. Non avevo mai avuto a che fare con lui, ma sapevo benissimo chi era. Chiedeva in affitto il terreno di contrada Abbadessa, 15 ettari, perché era interessato a prendere i contributi Agea». Tuttavia, i 1500 euro pattuiti, spiega l’uomo, non sono mai stati pagati dal 2010 al 2016: «Non dissi nulla, avevo paura di ritorsioni». Fino a novembre 2017, quando ha avuto il coraggio di presentarsi in caserma.

Il suo, tuttavia, è un caso isolato. Nessuno ha finora sporto denuncia: la gente vive nella paura. Scrive il gip: «Nel territorio di Tortorici c’è un potere della mafia altissimo […] per l’impossessamento di 15 ettari bastò una semplice telefonata, non furono necessarie minacce. Quando esiste la mafia, basta dire il proprio nome».

Carolina Zanoni

NATA NELLA GIORNATA MONDIALE DELLA LIBERTÀ DI STAMPA, NON AVREI POTUTO SCEGLIERE UNA STRADA DIVERSA. LAUREATA IN LETTERE ALL'UNIVERSITÀ DI VERONA, OGGI SONO GIORNALISTA PRATICANTE PER MASTERX IULM-MEDIASET. SONO APPASSIONATA DI POLITICA, ANCHE EUROPEA. HO COLLABORATO CON “TOTAL EU”, “ITALPRESS” E “DIRE” ALL'INTERNO DELLE ISTITUZIONI EUROPEE A BRUXELLES E A STRASBURGO. Mi PIACE INTERVISTARE E STAR DIETRO LE QUINTE A RACCONTARE LE DINAMICHE DEL PIÙ INTRIGANTE SPETTACOLO (O CIRCO) DEL MONDO: LA POLITICA.

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