Sanremo: Junior Cally rischia l’esclusione, “Strega” offende le donne

Dopo le polemiche della settimana scorsa per la presentazione di Amadeus delle sue dieci ospiti fisse sul palco di Sanremo, ora tocca a Junior Cally, nome d’arte di Antonio Signore. Il rapper romano, classe 1991, è al centro delle critiche per una sua canzone che sembrerebbe inneggiare alla violenza sulle donne e la loro umiliazione. Il testo di Strega, pubblicata nel 2017, recitava:
«Lei si chiama Gloria
balla mezza nuda dopo te la dà
Si chiama Gloria perché fa la tro..
L’ho ammazzata, le ho strappato la borsa e c’ho rivestito la maschera».
Anche il video offre un supporto alle parole, rappresentando chiaramente la scena: Gloria è legata su una sedia, ha un sacco in testa e cerca senza successo di liberarsi.

La denuncia è partita da Marco Brusati, professore dell’Università degli Studi di Firenze, che ha sottolineato: «Qui abbiamo la rappresentazione di una costrizione violenta e il racconto di un femminicidio». Ora il rapper, che dovrebbe concorrere all’Ariston con No, grazie, rischia di venire escluso. A firmare un appello contro la sua partecipazione sono state alcune donne esponenti del Pd.

Ma nel repertorio dell’artista, Strega non è l’unica canzone che rappresenta la donna come un oggetto da possedere per soddisfare gli appetiti sessuali. Un esempio è Regola 1, dove Junior Cally immagina di sottomettere la cantante Giusy Ferreri, l’infleuncer Greta Menchi e Elisabetta Canalis (ex velina). In Cally Whale, il rapper canta: «Questa tipa è una balena».

Junior Cally non ha fatto attendere la sua risposta alle accuse e ha replicato: «La posizione dell’artista è contro il sessismo e contro la violenza sulle donne». Poi aggiunge una riflessione: «Lungi da me scomodare i grandi nomi del cinema, della letteratura e della storia dell’arte, da Tarantino e Kubrick, da Gomorra a Caravaggio e scrittori come Nabokov e Bret Easton Ellis: l’arte può avere un linguaggio esplicito e il rap, da sempre, fa grande uso di elementi narrativi di finzione e immaginazione che non rappresentano il pensiero dell’artista». Infine, arriva la conclusione del rapper: «O si accetta l’arte del rap, che deve essere libera di esprimersi, oppure si faccia di Sanremo un’ipocrita vetrina del buonismo, lontana dalla realtà».

Leonardo Degli Antoni

Giornalista praticante di 24 anni. Per ora scrivo su Masterx e ho un contratto di collaborazione con Il Giorno. Mi piace la cultura e lo spettacolo... ma mi intriga molto anche la cronaca nera. Ho vissuto per un anno in Texas durante le superiori e ho un buon livello di inglese.

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