Iraq, altre due condanne a morte per combattenti Isis francesi

Aumenta il numero delle condanne a morte emesse in Iraq nella lotta all’Isis. Altre due sentenze capitali sono state inflitte a due cittadini francesi, accusati di aver fatto parte dell’autoproclamato Stato islamico, facendo salire a sei il numero dei militanti colpiti da questo tipo di decisione.

Si tratta di Brahim Nejara, 33 anni, e Karam El Harchaoui, di 32. Sono questi due nomi che si aggiungono alla lista nera del boia iracheno, che conta già quelli di Kevin Gonot, Leonard Lopez, Salim Machou e Mustapha Merzoughi.

La decisione della corte è arrivata nonostante la Francia abbia più volte ribadito la sua opposizione alla pena di morte. L’ultima volta martedì, dopo le prime condanne, quando il ministro degli Esteri Jean-Yves Le Drian aveva dichiarato di aver ricordato al presidente iracheno Barham Sale la contrarietà del Paese alla sentenza capitale.

Nei prossimi giorni, tuttavia, saranno processati i rimanenti sei sospettati sempre sulla base di una legge che prevede la pena capitale per chiunque si unisca a un gruppo terroristico, anche per coloro che non hanno combattuto.

Nejara sarebbe, secondo il Centro francese di analisi del terrorismo, un foreign fighter arruolatosi nell’Isis. È accusato dall’Iraq di aver collaborato al reclutamento di combattenti stranieri per il califfato in Siria e di aver coinvolto uno dei suoi fratelli in un attentato commesso in Francia. Harchaoui, invece, ha preso parte alla lotta dello Stato Islamico in Siria nel 2014 arrivando dal Belgio e, secondo fonti belghe, anche suo fratello e le loro mogli sarebbero membri del Califfato.

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