Inghilterra, May chiede al Consiglio Ue un rinvio Brexit fino al 30 giugno

Inghilterra, May chiede al Consiglio Ue un rinvio Brexit fino al 30 giugno

La premier britannica Theresa May ha richiesto via lettera al presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk, di concedere al Regno Unito un’ulteriore proroga, fino al 30 giugno 2019, per il compimento della Brexit.

«Se i partiti dovessero essere in grado di ratificare l’accordo di ritiro prima di questa data, il Governo britannico propone che il periodo di estensione possa terminare anticipatamente» ha inoltre aggiunto May nella missiva ufficiale «Il Governo Uk vuole concordare un programma per la ratifica dell’intesa, che permetterebbe al Regno Unito di uscire dall’Unione Europea prima del 23 maggio 2019 e quindi annullare le elezioni parlamentari. Tuttavia, se questo non dovesse accadere, l’Uk continuerà i preparativi responsabilmente in vista delle elezioni Ue».

Consapevole dell’attuale fragile situazione del Parlamento britannico May ha inoltre precisato: «Se le discussioni non porteranno presto ad un approccio unanime, il Governo definirà il consenso su un piccolo numero di opzioni ben precise che verranno presentate alla Camera con una serie di voti che determineranno il percorso da seguire. Il Governo resta pronto ad attenersi alla decisione della Camera, nel caso in cui l’opposizione farà lo stesso».

Secondo una fonte del Consiglio europeo citata dall’emittente televisiva Bbc, il presidente Donald Tusk vorrebbe proporre agli altri leader un rinvio flessibile di 12 mesi per la Brexit, lasciando però il Regno Unito libero di anticipare l’uscita se dovesse essere ratificato un accordo d’intesa.

Il portavoce della Commissione europea, Margaritis Schinas, non è però dello stesso avviso: «Questa indiscrezione sulla possibilità di una ‘flextension’ di un anno, non è attribuita al presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ma ad un alto funzionario, e di funzionari a Bruxelles ce ne sono molti, e tanti parlano. Saranno i leader dell’Ue, al vertice di mercoledì 10 aprile, a rispondere alla richiesta della premier britannica Theresa May».

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