Fabrizio Frizzi, 61 anni fa nasceva il “conduttore gentiluomo”

Il 5 febbraio del 1958 nasceva a Roma Fabrizio Frizzi. Il conduttore dagli occhi buoni e l’animo gentile che si ispirava a Corrado, stroncato poco meno di un anno fa da un’emorragia cerebrale. Il volto storico della Rai continua a vivere negli occhi e nella mente di un pubblico che per anni ha imparato ad amarlo, ad apprezzare la sua voce come quella di un amico fidato, un garbato vicino di casa che prima di varcare la soglia chiede il permesso. 

Fabrizio Frizzi era così. Mai fuori luogo, professionale sempre e comunque, lontano dalle polemiche ma vicino alle cause importanti: iconico conduttore della maratona di Telethon, tante volte in prima linea alla Partita del Cuore, mise in opera una delicata sensibilizzazione alle malattie rare accompagnata da un silente contribuito a tante no profit come Ail e Save the Children. 

Oggi, nel giorno in cui avrebbe compiuto 61 anni, sono tanti gli addetti ai lavori nel mondo dello spettacolo a ricordarlo. Rita Dalla Chiesa, compagna di vita di Frizzi per 15 anni, ha scelto Instagram per dedicare un post in memoria del compianto presentatore. Una foto appesa alla parete di un pianerottolo, il faccione sorridente di Fabrizio in primo piano, il tutto accompagnato da una semplice ma efficace frase: “5 febbraio. Di fronte all’ascensore del terzo piano di Via Teulada”.

Il commovente post su Instagram di Rita Dalla Chiesa

 

Una vita trascorsa in Rai

Come tanti prima e dopo di lui, Fabrizio Frizzi cominciò a lavorare nel mondo delle radio private. I vertici Rai lo notarono ancora giovanissimo e gli proposero la conduzione del programma per ragazzi “Il barattolo”, 30 puntate andate in onda nella fascia pomeridiana che segnarono il suo esordio nella televisione pubblica. Il rapporto tra Frizzi e il mondo dei giovani si sarebbe in seguito rivelata una costante riproposta a più riprese nel corso della sua carriera: il 12 aprile del 1992, presentò in coppia con Milly Carlucci l’inaugurazione di Disneyland Paris, all’interno di un evento che venne trasmesso in eurovisione e che coinvolse circa 200 milioni di spettatori in tutta Europa.

Solo tre anni più tardi la stessa Disney produsse Toy Story, il primo lungometraggio d’animazione realizzato interamente in computer grafica. Frizzi venne scelto per doppiare in italiano lo sceriffo Woody, l’iconico cowboy protagonista della saga che nella versione americana ha la voce di Tom Hanks. Nel 2017, esibendosi in un esilarante duetto con Gigi Proietti (anche lui doppiatore Disney con  il Genio della Lampada in Aladdin), cantò la canzone di Toy Story  “Hai un amico in me” durante il varietà “Cavalli di battaglia”.

Tra le produzioni Rai marchiate a fuoco dalla conduzione di Frizzi è impossibile non citare Miss Italia. Fabrizio condusse ininterrottamente il celebre concorso di bellezza dal 1988 al 2002, per poi tornare al timone anche per l’edizione del 2011 e del 2012. Nuovamente in coppia con Milly Carlucci fu il presentatore di “Scommettiamo che…?”, il programma nel quale i concorrenti si esibivano in prove di cultura, forza o abilità, mentre i vip ospiti in studio scommettevano sul buon esito o meno della scommessa.

 

Oggi, a quasi un anno di distanza da quel maledetto 26 marzo, l’esempio di Fabrizio sventola come una bandiera in una tv che troppo spesso dimentica l’importanza della cortesia, quell’innata capacità di saper fare un passo indietro, lasciare spazio a chi ha necessità di esprimersi, mediare all’interno di una discussione. In un marasma di dissing, arene, liti e confronti capaci solo di alimentare il contenitore del trash mediatico, Frizzi era un degli ultimi esponenti di quel modo così elegante di vivere lo spettacolo, uno stile che ha contraddistinto altri grandi del passato come Corrado Mantoni, Enzo Tortora o Raimondo Vianello.

Mauro Manca

Appassionato di sport e cinema. Scrivo per esigenza e credo in un'informazione libera e leale, amo raccontare storie che intrecciano il tessuto sportivo a quello sociale e politico.

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