Cooperazione militare: accordo tra Erdogan
e Al-Sarraj

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il governo di Unità Nazionale libico, guidato da Fayez Al-Sarraj e sostenuto dall’Onu, hanno firmato due memorandum d’intesa per la cooperazione militare, la sicurezza e la delimitazione della giurisdizione marittima. Secondo quanto riportato dal portavoce di Stato turco, Fahrettin Altun, gli accordi rafforzeranno i legami tra i due eserciti con obiettivi ben precisi: la difesa del popolo e dei confini libici, la lotta al terrorismo internazionale e la stabilità in tutta l’area del Golfo. La Turchia si impegnerà nella costruzione di una Libia libera e democratica.

La notizia si inserisce in un quadro di per sé già molto complesso. Nello scorso aprile, delle truppe fedeli al generale libico Khalifa Haftar, attaccarono la capitale Tripoli, sede del governo presieduto da Sarraj. L’escalation possibile della guerra preoccupa, e non poco, tutta la comunità internazionale, Italia in primis, vista l’importanza strategica della Libia nello scacchiere geopolitico mondiale.

Haftar, entrato in scena dopo il colpo di Stato del 2014, ha insediato le sue truppe a Tobruk, città portuale nell’area orientale del paese. Oltre all’appoggio di Egitto, Arabia Saudita e Russia, alcune voci vedrebbero anche la Francia vicino ad Haftar. Il presidente francese Emmanuel Macron sarebbe intenzionato a subentrare all’Italia nel ruolo di partner privilegiato nelle rotte commerciali con la Libia.

Dall’altra parte, il governo di Unità Nazionale, oltre all’appoggio dell’Onu e dell’Europa, può contare anche sull’appoggio di Erdogan. Le ragioni sono diverse e vanno ricercate prevalentemente nella vicinanza ideologica tra la Turchia e la componente islamista all’interno del governo di Sarraj. Quest’ultima rappresentata dalla Fratellanza Musulmana, organizzazione con approccio politico vicino all’Islam. Un sostegno che avrebbe portato a un rapporto simbiotico e di reciproca dipendenza. Gli islamisti hanno bisogno dell’appoggio di Ankara per sopravvivere alle truppe di Haftar. La Turchia invece, necessita di loro poiché sono gli unici in grado di consentire un’influenza turca sul piano politico ed economico.

La linea politica di Erdogan mina ad indebolire l’Egitto di al-Sisi, sostenitore di Haftar, e ha ragioni di natura economica ben precise. La Libia possiede enormi giacimenti di petrolio e le più ricche riserve di idrocarburi in Africa. Infine, le attenzioni della Turchia sono rivolte anche alla città libica di Misurata, dove risiede la tribù dei Karaghla, importante minoranza etnica di origine turca.

Nicolo Rubeis

Giornalista praticante con una forte passione per la politica, soprattutto se estera, per lo sport e per l'innovazione. Le sfide che attendono la nostra professione sono ardue ma la grande rivoluzione digitale ci impone riflessioni più ampie. Senza mai perdere di vista la qualità della scrittura e delle fonti.

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