45 anni fa ci lasciava Vittorio De Sica, il padre del neorealismo

Il 13 novembre 1974 ci lasciava Vittorio De Sica. Uno dei padri del cinema neorealista italiano. Attore, sceneggiatore e grande regista. Una famosa citazione di Charlie Chaplin recita: «dopo di me, c’è soltanto Vittorio De Sica» e al meglio descrive la sua rilevanza nella settima arte.

Dopo un primo debutto a teatro, si fa conoscere al grande pubblico negli anni Trenta interpretando ruoli importanti in commedie italiane come I grandi magazzini (1939) di Mario Camerini. Ma è con la sua brillante carriera dietro la camera da presa, iniziata negli anni Quaranta, che fa breccia nel cuore degli italiani.

De Sica è stato vincitore del premio Oscar come miglior film straniero per ben quattro volte, uno di questi assegnato a Sciuscià (1946), il cui titolo deriva dalla parola inglese shoe-shine, lustrascarpe. Per l’appunto i protagonisti dono due lustrascarpe che con i loro guadagni decidono di comprare un cavallo. Questa pellicola e Ladri di biciclette (1948) – considerato uno dei film più influenti di tutti i tempi a livello mondiale – ebbero un tale impatto sull’Academy da portarla ad attribuire il premio seppur ancora assente la categoria ufficiale.

Nel considerevole lavoro di De Sica, il popolo fa da protagonista. La miseria, la disgrazia e l’ignoranza che caratterizzavano l’Italia a metà del XX secolo diventano, grazie alle sue idee innovative, argomenti da grande schermo e il cinema viene utilizzato come mezzo di denuncia. Da regista aveva l’abitudine di ingaggiare attori non professionisti ma gente dalla strada, proprio per incarnare al meglio le personalità popolari delle storie che narrava.

La perfetta combinazione di dramma e commedia, abbinata al suo stile teatrale, hanno portato a una vera e propria rivoluzione sul grande schermo.

Alessia Conzonato

25 anni, dalla Toscana a Milano per seguire la passione del giornalismo. Laureata in Comunicazione, media e pubblicità alla IULM, ora frequento il Master in giornalismo e quindi scrivo per Master X. Sogno di fare inchiesta, ma amo anche il cinema.

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