22 maggio 1978, in Italia arriva la Legge 194

Sono trascorsi 41 anni dall’approvazione della Legge 194 che ha disciplinato le modalità di accesso all’aborto. Prima del 22 maggio 1978, l’interruzione volontaria di gravidanza in qualsiasi forma era considerata dal codice penale italiano un reato. Il tema arriva all’attenzione dei mezzi di comunicazione nel 1975 quando furono arrestati il segretario del Partito Radicale Gianfranco Spadaccia, la segretaria del Centro d’informazione sulla sterilizzazione e sull’aborto, Adele Faccio, e la militante radicale Emma Bonino, per aver praticato degli aborti ed essersi autodenunciati alle autorità di polizia.

Da lì presero il via diverse manifestazioni e proteste sull’onda della rivoluzione culturale e sessuale che stava investendo la società italiana. A rispondere alla chiamata dei cittadini furono il Partito Radicale, il Partito Repubblicano, il Partito Liberale, il Partito Socialista, il Partito Social-democratico e il Partito Comunista. Contrari alle pratiche abortiste furono invece la Democrazia Cristiana e il Movimento Sociale Italiano. Il contributo più importante fu sicuramente fornito dal CISA fondato da Adele Faccio, il cui obiettivo era quello di combattere la piaga dell’aborto clandestino creando i primi consultori in Italia e organizzando i «viaggi della speranza» verso le cliniche inglesi e olandesi. Grazie al CISA infatti era possibile per le donne viaggiare con voli charter e avere interventi medici a prezzi contenuti e con mezzi tecnologicamente più evoluti.

Il CISA divenne poi un organismo federale del Partito Radicale, lo stesso Partito che il 5 febbraio presentava alla Corte di Cassazione la richiesta di un referendum abrogativo riguardanti i reati di istigazione all’aborto, atti abortivi, sterilizzazione e l’incitamento a pratiche contro la procreazione. Dopo aver raccolto oltre 700.000 firme, il 15 aprile del 1976 con un Decreto del Presidente della Repubblica fu fissato il giorno della consultazione referendaria, ma il primo maggio il Presidente Leone fu costretto a sciogliere le Camere.

Il 22 maggio del 1978 arrivava finalmente la legge 194 che consentiva alla donna l’interruzione di gravidanza in una struttura pubblica e nei primi 90 giorni di gestazione mentre tra il quarto e il quinto mese era possibile ricorrervi solo per motivi di natura terapeutica. La normativa fu poi confermata da un referendum nel 1981. La legge inoltre disciplinava i consultori e la loro funzioni obbligandoli a informare le donne sui loro diritti e sui servizi di cui possono usufruire. La legge prevede inoltre che il padre del concepito non possa in alcun modo intromettersi nella interruzione volontaria di gravidanza e non è titolare di alcun diritto sul feto.

A 41 anni dalla sua adozione, il pieno accesso all’interruzione volontaria di gravidanza è ancora da garantire. La legge 194 prevede inoltre l’obiezione di coscienza che sollevano il medico dalla possibilità di praticare l’aborto fatta eccezione per i casi in cui sussiste una condizione di pericolo di vita per la donna. In Italia il numero di obiettori di coscienza all’interno del personale italiano è ancora molto elevato e supera di gran lungo quello degli altri Paesi europei. Allo stesso tempo però secondo le ultime rilevazioni ISTAT sono diminuiti gli aborti. Ad oggi sono 84mila le donne che hanno fatto ricorso alla legge rispetto alle 233mila del 1983. A influire su questo cambiamento non sono solo gli obiettori di coscienza, che si attestano al 70%, ma anche l’introduzione delle pillole dei 3 o 5 giorni dopo.

 

Ilaria Quattrone

Mi chiamo Ilaria Quattrone e sono nata a Melito Porto Salvo, in provincia di Reggio Calabria, il 6 agosto del 1992. Dopo la laurea in Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali all’Università di Messina, ho collaborato con il giornale online StrettoWeb dove mi sono occupata di cronaca e politica locale e grazie al quale ho ottenuto il tesserino come giornalista pubblicista. Mi sono laureata in Metodi e Linguaggi del Giornalismo dell'Università di Messina con il massimo dei voti e poi ho iniziato il master in giornalismo alla IULM. Da settembre a ottobre 2019 ho realizzato uno stage nella redazione dell'agenzia di stampa Adnkronos dove mi sono occupata di economia, politica e cronaca. Ho una passione per la cronaca giudiziaria e la politica, ma grazie al master ho iniziato a interessarmi al mondo del videogiornalismo e dei web reportage. Il mio sogno è di diventare giornalista d'inchiesta.

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