Comunali, ballottaggio nei tre capoluoghi lombardi al voto

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Il crollo dell’affluenza generalizzato e la sfida classica tra centrodestra e centrosinistra. In Lombardia sono stati 139 i comuni chiamati al voto per rinnovare le amministrazioni. Tre i capoluoghi dove si è votato – Como, Lodi e Monza – e 23 città nell’area metropolitana milanese. Se nei 109 comuni sotto i 15mila abitanti i sindaci sono stati eletti al primo turno, in molti dei restanti si torna alle urne tra due settimane. E i candidati, a questo punto, dovranno fare i conti con i dati dell’affluenza: il primo turno ha certificato un crollo di oltre 8 punti percentuali rispetto alle precedenti amministrative, con l’affluenza media in Regione che si ferma al 55,3% contro il 63,8 del 2012. Anche nel Comune politicamente più importante dell’hinterland milanese, Sesto San Giovanni, è ballottaggio tra la sindaca uscente Monica Chittò (con il 30,97%) e il candidato del centrodestra Roberto Di Stefano (26,09%).

MONZA. E’ testa a testa tra il sindaco uscente Roberto Sacanagatti del Pd (al 39,91 %)  e il candidato sostenuto dal centrodestra Dario Allevi (al 39,84%): uno scarto di soli 35 voti. Sul candidato dem incombe la maledizione che si è sempre abbattuta sul capoluogo brianzolo da quando è stata introdotta l’elezione diretta del sindaco: nessuna amministrazione uscente è mai stata riconfermata dagli elettori per un secondo mandato. Il Pd si conferma primo partito, mentre il M5S va molto al di sotto delle attese: Giovanni Sindoni, cambiato in corsa dopo il ritiro di Doride Falduto, si ferma al 7,64%.

LODI. Il terremoto politico seguito all’arresto del sindaco Pd, Simone Uggetti, un anno fa, porta la città al ballottaggio tra il candidato di centrosinistra Carlo Gendarini e Sara Casanova, la candidata leghista sostenuta dal centrodestra. Gendarini è in testa con il 30,62%, contro il il 27,32% di Casanova. I grillini si fermano al quarto posto con il 9,58% del fotografo Massimo Casiraghi.

COMO. Roccaforte del centrodestra fino al 2012, potrebbe tornare dopo un solo giro di guida dem a un’amministrazione con Fi, Lega e FdI: dovrà scegliere al secondo turno tra il dem Maurizio Traglio e il fondatore del 118 lariano (e candidato unico del centrodestra) Mario Landriscina, con quest’ultimo in netto vantaggio: 34,7% contro il 26,8 di Traglio. Ha pesato, forse, anche la spaccatura del centrosinistra, che aveva tre candidati e l’ottimo risultato del civico Alessandro Rapinese, che mette assieme il 22,6% dei consensi. Deludente, anche qui, il risultato del candidato del Movimento 5 Stelle, Fabio Aleotti, che si ferma al quinto posto con il 5,4%. Ma il dato su cui riflettere è anche quello dell’affluenza: ha votato soltanto il 49,1% degli elettori, l’11% in meno dell’ultima volta.

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