Paralimpiadi invernali, Russia esclusa per doping. Torneo parallelo a Sochi?

Gli atleti russi non potranno partecipare alle Paralimpiadi invernali di PyeongChang. A stabilirlo è l’Ipc (Comitato Paralimpico Internazionale), oggi riunitosi in assemblea a Bonn, precisando comunque che «sarà consentito agli atleti idonei di competere sotto bandiera neutrale». La decisione segue di poche settimane quella del tutto analoga del Cio (Comitato Olimpico Internazionale), relativa ai Giochi per normodotati. Alla base dei provvedimenti va collocata l’onda lunga generata dallo scandalo doping di Sochi 2014 e dal rapporto McLaren del 2016. In tale ottica, la Wada (Agenzia Mondiale Antidoping) ha ritenuto insufficienti le misure adottate dal Comitato Olimpico Russo negli ultimi mesi per sradicare il fenomeno.

Si tratta di un nuovo smacco per lo sport russo, dopo la riduzione del numero degli atleti ammessi a Rio 2016 e la completa esclusione dai Mondiali di atletica leggera della scorsa estate. A selezionare caso per caso gli sportivi idonei a gareggiare in uniforme speciale come “atleti olimpici dalla Russia” sarà un’apposita commissione indipendente. «Ai Giochi di due anni fa non partecipò nessun russo perché non potevamo garantire con certezza quali atleti fossero puliti e quali no», ricorda il presidente Ipc Andrew Parsons. «Questa volta, invece, possiamo avere buone certezze». Il tempo però stringe: l’inizio delle Paralimpiadi è previsto per il 9 marzo.

 

Secondo quanto riporta il quotidiano Izvestia, la reazione russa non si sarebbe fatta attendere. Il ministero dello Sport, in aperta polemica con Cio e Ipc, avrebbe infatti intenzione di organizzare un torneo alternativo per gli atleti non invitati a PyeongChang con la contestuale partecipazione di alcune delegazioni straniere. Qualora il progetto andasse a buon fine, la competizione “parallela” si terrebbe a Sochi, i cui impianti vengono definiti da Mosca «in condizioni eccellenti». (av)

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