Formula 1, viaggio nella crisi Ferrari: gira tutto male

Il mondiale 2019 della Ferrari è iniziato nel peggiore dei modi. Dopo cinque gare il bilancio è davvero negativo: 1 pole position, 1 giro veloce e appena 3 piazzamenti sul podio. 121 punti e seconda posizione nel campionato costruttori, a ben 96 lunghezze di distanza dalla corazzata Mercedes. Nella classifica piloti, Sebastian Vettel quarto con 64 punti e Charles Leclerc quinto a quota 57, rispettivamente a -48 e -55 dal leader Lewis Hamilton. È vero che mancano ancora 16 appuntamenti alla fine della stagione, ma se non si incomincia da subito a fare risultati importanti, il divario non farà altro che aumentare.

Perché il bottino raccolto dalla Ferrari in queste prime cinque gare fa capire quanto si tratti di una situazione davvero molto complicata. A parte la vittoria del cavallino rampante Leclerc in Bahrain, sfumata per problemi alla power unit, la Rossa di Maranello non ha mai accusato importanti carenze di affidabilità. La verità è che semplicemente è venuta a mancare la prestazione e questo fa ancora più male. La monoposto di quest’anno, la SF90, ha un’ottima velocità di punta nei rettilinei, ma rispetto alla Mercedes fatica nella percorrenza delle curve. Che in teoria è dove si fa il tempo sul giro.

Nell’ultima gara a Barcellona, i due piloti Ferrari hanno visto le Mercedes soltanto alla partenza

Inoltre, in queste prime gare del campionato si è parlato molto della finestra d’utilizzo degli pneumatici. Infatti, la Rossa non riesce a trovare la giusta temperatura per sfruttare al meglio le gomme e va così meno forte. A livello tecnico, la Ferrari 2019 potrebbe essere paragonata alla Mercedes 2017, all’epoca definita “principessa capricciosa” dal suo stesso team principal Toto Wolff. Ovvero, di base una monoposto veloce, il cui potenziale non viene però sfruttato a dovere. Bisogna capire dunque se la squadra, da gennaio diretta da Mattia Binotto, avrà le risorse e la forza per risollevare la situazione.

Finora Vettel e Leclerc sono stati più in lotta fra loro per scambiarsi le posizioni piuttosto che battagliare con le Mercedes di Hamilton e Valtteri Bottas per la vittoria. Anzi, come successo nell’ultima gara di Barcellona, si fa fatica anche a tenere dietro la Red Bull di Max Verstappen. Al momento sembra difficile trovare la via d’uscita da questa crisi tecnica, ma forse la Ferrari sta ancora risentendo del forzato cambio di dirigenza avvenuto la scorsa estate. A Maranello la morte di Sergio Marchionne è stata una mazzata, non solo a livello umano, ma a quanto pare anche per la gestione politica, sportiva e tecnica.

Con la sua figura di grande uomo d’affari aveva riportato in auge la Rossa dentro e fuori dalla pista e sembra proprio che la nuova guardia stia faticando anche in questo. Oggi, il presidente John Elkann e l’amministratore delegato Louis Carey Camilleri non sembrano al momento in grado di far mantenere una posizione rilevante alla Ferrari nella politica della Formula 1. Un’incertezza dirigenziale che ha coinvolto a pieno anche la gestione sportiva, con una vettura semplicemente non in grado di vincere in questo 2019. Solo in Bahrain si era verificata l’opportunità di tagliare per primi il traguardo, ma proprio lì dove c’era la prestazione è venuta a mancare l’affidabilità.

La direzione della Gestione Sportiva di Mattia Binotto non è certo partita nel migliore dei modi

Inoltre, il box ha lasciato molto a desiderare con qualche cambio gomme lento e soprattutto con la continua indecisione sulla posizione dei due piloti. Perché un conto è la lotta fra due compagni di squadra per le vittorie, come Hamilton e Bottas in Mercedes. Un conto è lasciar battagliare i propri piloti per un quarto e quinto posto. «Gli aggiornamenti hanno funzionato bene ma hanno dimostrato di non essere sufficienti», dichiarazione rilasciata da Binotto nel post-gara di Barcellona non fa che rabbrividire i tifosi della Rossa, rimasti indignati dopo queste cinque doppiette consecutive della Mercedes.

Dalla morte di Marchionne, Vettel non ha vinto nemmeno una gara e ha commesso un errore dietro l’altro. L’ultimo successo della Ferrari risale al 21 ottobre scorso ad Austin, in Texas. Vittoria di Kimi Raikkonen su gestione di Maurizio Arrivabene. Due persone mandate via dalla Ferrari perché con loro la situazione non era positiva. Ma l’attuale gestione sta facendo anche peggio e, nonostante siamo ancora a maggio, la possibilità di ripetere una stagione senza successi come nel 2014 e nel 2016 è già molto forte. La speranza è che si trovi presto una via d’uscita a questa delicatissima situazione.

No Comments Yet

Leave a Reply