Ciclismo, Israele si infuria con il Giro, che ritratta: “Non esiste Gerusalemme Ovest”

AGGIORNAMENTO: La scritta “Gerusalemme Ovest” è stata rimossa da tutto il materiale legato al Giro 2018. «La dicitura non aveva alcuna valenza politica», ha precisato RCS Sport in un comunicato. «Ci felicitiamo per la rapida decisione», ha commentato il governo israeliano, che ha così chiuso il caso.

Il Giro d’Italia 2018 è stato appena svelato e il clamore per la partecipazione di Chris Froome non è ancora sfumato, quando la partenza da Israele scatena la prima controversia. E dopo le critiche arrivate agli organizzatori nei mesi scorsi da parte delle fazioni filo-palestinesi, l’attacco viene questa volta dal governo di Benjamin Netanyahu.

A provocare l’ira del ministro dello sport, Miri Regev, e di quello del turismo, Yariv Levin, è la scritta che indica la sede di partenza e arrivo della cronometro d’apertura della prossima Corsa Rosa: West Jerusalem, Gerusalemme Ovest. «Nella nostra capitale non ci sono Est e Ovest. Esiste solo una Gerusalemme unita», recita un comunicato di France Presse. La divisione tra Est e Ovest è sostenuta dalla Palestina, che reclama la parte orientale come capitale di un futuro stato.

Secondo il governo di Netanyahu, la dicitura scelta costituisce una violazione degli accordi presi in precedenza. A settembre, all’annuncio della partenza in Israele, l’altimetria ufficiale pubblicata dalla Gazzetta dello Sport recitava indicava “Gerusalemme”.

Il quotidiano filo-governativo Israel ha-Yom sostiene che della questione si sta interessando anche il ministero per le questioni strategiche. Regev e Levin hanno ammonito gli organizzatori: se la dicitura non sarà cambiata, il sostegno economico all’evento potrebbe essere revocato.

 

 

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