Tornano i fondi per i disabili gravi, la Regione Lombardia fa marcia indietro

Tornano i fondi per i disabili gravi, la Regione Lombardia fa marcia indietro

La Regione Lombardia ha fatto dietrofront sulla decisione di tagliare i fondi per il sostegno dei disabili gravi. Lo scorso lunedì 23 dicembre 2019 infatti, erano stati dimezzati i contributi dedicati ai caregiver dei disabili gravissimi, ovvero coloro che hanno rinunciato al loro lavoro per dedicarsi esclusivamente alla cura dei familiari in gravi condizioni di non autosufficienza.

A sostegno di queste persone, lo Stato aveva disposto un contributo di mille euro al mese per tutto il 2018, che si è trasformato in 600 euro nel 2019 e infine, con il taglio dello scorso dicembre, sarebbe dovuto scendere ancora a 400 euro per tutto il 2020.

Martedì 14 gennaio, la Regione Lombardia ha deciso di ritornare sulla decisione del taglio dei contributi ai caregiver, riportando l’assegno a 600 euro al mese, senza condizioni.

Il taglio dei fondi dei caregiver

A favore del taglio si è schierato il leghista Stefano Bolognini, assessore alle politiche sociali, che ha descritto la manovra come una conseguenza del piano nazionale per la disabilità. Ma non è esattamente così. Dal governo infatti, stavano arrivando nuovi fondi a sostegno dei caregiver, che contavano 90 milioni di euro sia per il 2020 che per il 2021, contro il 70 milioni dello scorso anno. 

E così, al Pirellone il 14 gennaio si è tenuto  uno scrutinio segreto sostenuto dal Partito Democratico. Gian Antonio Girelli Fabio Pizzul, del Pd, hanno poi commentato: «L’assemblea ha fatto la sua parte e ha sconfessato la linea dell’assessore Bolognini, ma soprattutto ha ribadito che le persone disabili e le loro famiglie meritano rispetto. Ora vigileremo che la Giunta regionale dia loro le risposte che si attendono».

Questo cambio di rotta ha avuto un impatto importante anche sulla descrizione della situazione politica regionale che sottolinea come il Consiglio si sia dimostrato in disaccordo con le decisioni politiche della Giunta. Come nota Gregorio Mammì del Movimento 5 Stelle.

LA DIFESA DI BOLOGNINI

In difesa del taglio, Bolognini aveva proposto un sostegno di 500 euro in base all’Isee. Avrebbero infatti potuto godere dei contributi solo coloro sulla soglia di massimo 50 mila euro (65 mila in caso di un disabile minorenne). Ma non è tutto. Il secondo requisito infatti, era quello di assumere o acquistare servizi per la tutela dei familiari disabili per almeno 40 ore al mese. Requisiti che non tutti i caregiver avevano.

Oltre a questo, di fronte ad un disabile minore, il bonus aggiuntivo sarebbe stato emanato solo in caso di una frequenza scolastica massima di 25 ore settimanali, in contrasto con l’obbligo di frequenza scolastico.

Eppure, 500 euro non sarebbero mai bastati per coprire tutte le spese, come le 40 ore di servizio. Patrizia Baffi, consigliera di Italia Viva, ha dichiarato: «Se prendiamo ad esempio in esame i criteri previsti per il buono mensile erogato in base alla permanenza a domicilio della persona con disabilità gravissima, la previsione di 40 ore settimanali per gli assistenti non conviventi a fronte di un contributo di 500 euro è la dimostrazione evidente di una misura inadeguata, un intervento che non andrebbe a coprire neanche la metà dei costi di una formale assunzione».

Giulia Taviani

24 anni, nasco a Verona, mi sposto a Milano ma sogno Bali. A sei anni ho iniziato a scrivere poesie discutibili, a 20 qualcosa di più serio. Parlo di attualità nel podcast "Mo' To' Spiego" e di vino in "De Buris: Il lusso del tempo". Ho scritto di cinema, viaggi, sport e attualità, anche se sono fortemente attratta da ciò che è nascosto agli occhi di tutti. A maggio 2020 ho pubblicato il mio primo libro "Pieno di Vita"

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