TEATRO ALLA SCALA, L’ATTILA DI VERDI APRE LA STAGIONE

Il prossimo 7 dicembre il Teatro alla Scala di Milano aprirà la stagione con l’Attila, il celebre dramma lirico di Giuseppe Verdi. La regia è di Davide Livermore, la direzione d’orchestra di Riccardo Chailly e sul palco canteranno importanti esponenti europei della lirica, come Ildar Abdrazakov, Saioa Hernández e Fabio Sartori. Il soggetto dell’opera è stato tratto da Attila, König der Hunnen, una tragedia del 1809 scritta dal drammaturgo tedesco Zacharias Werner. Verdi ne venne a conoscenza leggendo il saggio De l’Allemagne di Madame de Staël e affidò la stesura del libretto a Temistocle Solera.

Come tutti gli anni dal 1976, quando l’impresario teatrale Paolo Grassi inaugurò una collaborazione tra la Scala e la televisione, anche durante questa apertura 2018 la Rai trasmetterà l’opera in diretta sulla prima rete. Inoltre, si sta svolgendo in questi primi giorni l’ottava edizione del progetto Prima Diffusa, promosso dal Comune del capoluogo lombardo e da Edison. L’iniziativa prevede la messa in onda dell’Attila  in 37 sedi a Milano e dintorni, come municipi, teatri e istituti penitenziari, e più di 50 eventi gratuiti dedicati all’opera. Proiezioni, rievocazioni, laboratori, letture, performance, incontri e conferenze per «coinvolgere il grande pubblico e rendere contagiosa la passione dell’opera» ha spiegato l’ad della Rai, Fabrizio Salini.

Impresa non impossibile, secondo Livermore. «Verdi è l’autore più attuale che ci possa essere» ha infatti commentato il regista «Neanche un rapper del Bronx è attuale quanto lui. Nella sua vita di compositore non ha mai cavalcato i like, è stato una spina nel fianco della società, di cui ha messo in luce ipocrisie e lato oscuro». Per esaltarne l’attualità, il regista, grazie anche alle scenografie di Gio Forma, ai costumi di Gianluca Falaschi e ai Video di D-Wok, non ha mantenuto l’ambientazione originale dell’opera, ovvero l’Italia del V secolo. Sul palcoscenico del 2018, la vicenda del re degli Unni si svolge in un Novecento distopico, ma senza dare una connotazione precisa del tempo. Ed è stata proprio la scenografia dell’Attila, insieme alla de contestualizzazione storica, a colpire il pubblico under 30 che ha assistito all’anteprima al Teatro alla Scala. Ci sono stati lunghi applausi e commenti positivi. L’obiettivo è infatti mantenere l’essenza dell’opera di Verdi senza però estraniarla dal contemporaneo. Anche per questo, Livermore ha deciso di evitare la caduta del ponte sul quale si scontrano Attila e il generale romano Ezio, in rispetto della tragedia del ponte di Genova. Gli unici scontenti sembrano essere stati un gruppo di animalisti, che hanno protestato in piazza Scala per l’impiego in scena di due cavalli.

Il 7 dicembre, dopo lo spettacolo, si terrà anche la consueta cena di gala per 500 ospiti, che quest’anno sarà ospitata dal circolo Società del Giardino. Curata dal Caffè Scala e affidata allo chef Daniel Canzian, comprende un menù ispirato direttamente all’Attila. “Ho voluto ragionare il menù come una serie di sensazioni gustative capaci di raccontare l’opera e il suo autore anche a tavola”, spiega  Canzian. I piatti sono stati infatti pensati in relazione alle aree geografiche dove la trama si delinea. I sapori agrodolci della terre adriatiche, quelli più decisi di Roma e del Lazio, e, in omaggio allo stesso Giuseppe Verdi, uno dei suoi piatti preferiti, il risotto alla milanese.

Un altro elemento fondamentale di questa Prima, è l’albero di natale firmato Dolce & Gabbana, che fa scintillare il foyer della Scala e accoglierà gli ospiti la sera del 7 dicembre. Lo scandalo internazionale che ha coinvolto recentemente i due stilisti dopo le polemiche cinesi contro le dichiarazioni e gli spot pubblicitari lanciati dal loro marchio, non sembra aver compromesso infatti la presenza dell’albero griffato al Premarini.

E, così come ogni anno, tra attualità, sfarzo, polemiche, buona cucina e la presenza di personalità importanti, come il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, va in scena l’evento più atteso dell’inverno milanese. «La serata d’opera più importante del mondo» a detta del sovrintendente della Scala, Alexander Pereira.

 

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