Starbucks assume a Milano: al via le selezioni per i 300 posti di lavoro

Starbucks torna a casa e cerca dipendenti. Era il 1971 quando la cultura milanese del bar e del caffè ispirò il giovane imprenditore Howard Schultz in vacanza in Italia e adesso, con l’apertura del nuovo Starbucks Reserve Roastery programmata per il prossimo autunno in Piazza Cordusio, sono state ufficialmente aperte le selezioni per il personale. La maggior parte dei circa 150 posti di lavoro offerti per il megastore riguarda in larga parte contratti a tempo indeterminato e full-time. Altri 150 lavoratori saranno previsti per le caffetterie che la multinazionale intende aprire in Lombardia, in collaborazione con il gruppo Percassi che ha già portato all’ombra della Madonnina Victoria’s Secret e un immenso Lego store. Le candidature andranno inviate entro il 28 febbraio 2018 al nuovo sito internet www.starbucksreservecareers.it creato appositamente per reclutare i lavoratori.

Il brand dal marchio con la sirena rappresenta la prima apertura in Europa di una Starbucks Reserve Roastery. «Non si tratta del classico Starbucks» scrive il gruppo in una nota, spiegando come il Reserve Roastery sarà «un vero e proprio omaggio alla cultura del caffè, accoglierà clienti da tutto il mondo e farà vivere loro un’esperienza unica in un ambiente esclusivo e coinvolgente». Con l’idea di dare allo store un’impronta differente, quella propria della torrefazione, lo stesso imprenditore Schultz aveva incontrato durante lo scorso anno a palazzo Marino il sindaco di Milano, Beppe Sala, l’assessore Pierfrancesco Maran, il ministro Maurizio Martina e l’imprenditore Percassi per presentare il progetto e iniziare a prendere confidenza con la città.

L’espresso ai tempi del frappuccino

Il nuovo Starbucks di Milano che andrà a occupare l’intero Palazzo delle Poste, si aggiungerà così agli store della catena statunitense che ha allo stato attuale 13 mila caffetterie in tutto il mondo.

Le polemiche sui banani regalati da Starbucks al Comune per l’area verde in piazza Duomo sono ormai alle spalle. A un anno dal restyling della zona, adesso non si parla più di palme, ma di caffè e posti di lavoro.

(cc)

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