Sea-Watch 3, quanto costa e chi finanzia la Ong tedesca

#UnitinellaTutela, #PortiAperti#IostoconCarola, #Youhatewedonate, sono solo alcuni dei Hashtag che da ieri spopolano sui social, dopo la decisione di Carola Rackete, capitano della Sea-Watch 3, di forzare il blocco ed entrare in acque italiane per salvare i 42 migranti a bordo.

Ma quanto costa davvero la Sea-Watch? L’organizzazione non governativa ha diffuso sul suo sito – attualmente in sovraccarico per richieste di accesso –  il registro delle donazioni ricevute nel 2018.

 

Le spese

Fino al mese di ottobre, le donazioni ricevute hanno raggiunto 1.797.388,44 euro, a fronte di un milione e mezzo di spese, per lavori di cantiere dell’anno precedente e l’acquisto di due gommoni di soccorso, come ha messo in luce Fausto Biloslvavo del quotidiano Il Giornale.

Le voci più ingenti riguardano  le assicurazioni, con ormeggi e tasse portuali inclusi, per quasi 100mila euro, il carburante diesel, costato circa 80mila euro, le manutenzioni varie, pari a 77mila euro e le spese legali, costate 31mila euro.

Il 55% dei costi totali è stato destinato alle paghe dei vari equipaggi. Si tratta di 748.210,41 euro, coperti totalmente dalle donazioni.

La cifra più alta del rendiconto è relativa al mantenimento del certificato di navigazione e i relativi diritti di garanzia, costati circa 192mila euro.

 

I finanziatori

Ma chi provvede, allora, a queste donazioni? Tra i maggiori finanziatori c’è sicuramente la EKD Evangelische Kirche, la Chiesa evangelica tedesca.

«Alle persone in difficoltà in mare deve essere fornita assistenza –  ha dichiarato il vescovo Heinrich Bedford-Strohm, presidente del Consiglio della EKD, come si legge sul sito ufficialeQuesto è un obbligo legale e umanitario. Negli ultimi anni, le chiese lo hanno ripetutamente sottolineato con tutta la dovuta chiarezza. Ora le autorità italiane hanno confiscato la nave di soccorso civile Sea-Watch 3 e il governo ha in programma di introdurre leggi più severe per trattare con chi effettua salvataggi in mare: ciò mira a prevenire il salvataggio di vite nel Mediterraneo. Il comportamento del ministro degli Interni italiano contraddice tutto ciò che rappresenta il cristianesimo. La criminalizzazione dei salvataggi del mare deve finire».

Per Biloslavo andrebbero aggiunti anche «Anton Hofreite, capogruppo dei Verdi nel Bundestag, Gregor Gysi, l’ultimo leader della Germania Est pro Gorbaciov, l’ex europarlamentare del Pd, Elena Ethel Schlein».

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