Governo, consultazioni. Salvini-Di Maio: «Accordo o voto l’8 luglio»

Sembra nuovamente sfumare la formazione del governo. Dopo la salita al Colle per l’ultimo giro di consultazioni di M5S, centrodestra e PD, è infatti arrivata una fumata nera che potrebbe portare dritti verso le elezioni. Dopo la riproposizione di Luigi Di Maio di un governo M5S-Lega, Matteo Salvini ha invece dichiarato: «Sono disponibile a fare un governo di centrodestra, Mattarella ci dia modo di trovare una maggioranza», dimostrando ancora una volta l’unità della coalizione.

«Lavorerò per dare un governo al paese e fino all’ultimo cercherò di far cadere i veti dall’una e dall’altra parte. Se questo non dovesse avvenire, la data più vicina per votare è domenica 8 luglio» ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, lasciando Montecitorio. «Senza governo politico la possibile data per votare è l’8 luglio – ha ribadito anche il capo politico M5S, Luigi Di Maio – Noi da oggi ci mettiamo in campagna elettorale. Salvini ha scelto ancora una volta Berlusconi, ma soprattutto di formare un governo dei voltagabbana, dei traditori del mandato politico».

«Le strade sono due: un governo a guida centrodestra che in Parlamento trovi i numeri mancanti oppure il ritorno alle urne». Questo è quanto ha ribadito Silvio Berlusconi ai suoi alleati, chiarendo inoltre che Forza Italia non darà nessun voto ad altre soluzioni prospettate dal Quirinale. «Qui c’è da dare certezze al Paese con un governo che blocchi l’aumento Iva e loro continuano a giocare al gatto e al topo. È davvero incredibile, il Paese non si merita tutto questo» così invece il segretario reggente del PD, Maurizio Martina, al termine delle consultazioni.

Nei prossimi giorni, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella farà le sue scelte. Sfumate le possibilità di un accordo politico, sul tavolo ci sarebbe lo scenario di un governo “di tregua”, con un premier scelto dal capo dello Stato, che cerchi di arrivare all’inizio del 2019. Se il veto di M5S e Lega dovesse essere confermato, servirà un governo per traghettare verso il voto: luglio od ottobre. Viene comunque esclusa la possibilità che ci sia Paolo Gentiloni alla guida, sia perché è dimissionario, sia perché potrebbe essere il candidato premier del PD. (lp)

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