Francavilla, lancia la figlia e si suicida: Filippone «viveva d’apparenza»

«Ci ha detto che era un uomo felice, che nella sua vita tutto era a posto, tutto era corretto, ma che quindici mesi prima erano intervenuti degli avvenimenti che l’avevano resa differente e che avevano stravolto tutto». Viene descritto così Fausto Filippone, l’uomo che domenica 20 maggio si è recato con la figlia Ludovica, di dieci anni, su un cavalcavia della A14 a Francavilla (Chieti), ha scavalcato la rete di protezione e ha fatto cadere nel vuoto la piccola.

A delineare la possibile psiche dell’autore della tragedia, Massimo Di Giannantonio, ordinario di Psichiatria all’Università degli studi D’Annunzio di Chieti, che per ore ha cercato di convincere Filippone a desistere dal suicidio. Ma a nulla sono servite le lunghe ore di trattative con le forze dell’ordine; anche Filippone si è lanciato giù dal ponte, uccidendosi. Nella mattinata però era morta la moglie, Marina Angrilli, professoressa presso il liceo scientifico Leonardo da Vinci di Pescara, caduta dal balcone di casa, probabilmente anche lei spinta dal marito.

«Diceva che aveva compiuto dei gesti orrendi senza capirne la ragione. Continuava a guardare di sotto e a scusarsi. Diceva di non capire nel modo più assoluto i motivi per i quali aveva compiuto queste cose tremende. Cose per le quali, comunque, ripeteva, non c’era altra possibilità che farla finita – ribadisce Giannantonio –  Commentava, a proposito del trovarsi in quella situazione, appeso alla rete del cavalcavia, di essersi trasformato in un fenomeno da baraccone, mentre lui era una persona perbene».

L’uomo aveva di recente affrontato il lutto della madre avvenuto nell’agosto del 2017, ma dalle testimonianze dei conoscenti “non sembrava avesse turbato il suo carattere”. Filippone godeva, infatti, di grande stima, in quanto manager della società d’abbigliamento Brioni Spa.

«Non sappiamo quali altri eventi abbiano contribuito a rendere così grave la situazione ma, ripeto, stiamo parlando di una persona con una struttura psichiatrica vulnerabile- commenta Giannantonio– Inoltre era una persona molto rigida, un perfezionista, molto chiuso e con molte regole che si imponeva di rispettare, uno che dipendeva dal giudizio degli altri e per il quale l’immagine esterna contava molto. Anche la moglie viene descritta come una persona rigida e severa. Potrebbe esserci stato uno scontro tra personalità di cui lui non era assolutamente consapevole». (cs)

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