Berlusconi ci riprova: «Mi candido alle prossime Europee»

«Noi rappresentiamo l’idea liberale della politica e tutti quei valori che oggi bisogna difendere in Europa. Perciò ho deciso di presentarmi alle elezioni Europee per far sì che lì questi valori siano rappresentati» ha annunciato Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, nel corso di un comizio a Quartu (Cagliari) per le amministrative in Sardegna. «Se in Europa si indeboliscono questi valori finiremo per avere un mondo dominato dalla Cina. Facciamo guidare il mondo a loro, che hanno un’ideologia esattamente opposta alla nostra? Beh, io non ci sto. E alla bella età che ho decido, per senso di responsabilità, di andare in Europa dove manca il pensiero profondo sul futuro del mondo».

Riabilitato lo scorso maggio dalla condanna per frode fiscale e dalla legge Severino che lo avevano reso incandidabile, il Cavaliere è ora pronto a lanciarsi nell’ennesima sfida. L’obiettivo è dare a Forza Italia un ruolo strategico all’interno del Partito Popolare Europeo per creare un’asse con Salvini che scalzi il Movimento 5 Stelle. «C’è bisogno di cambiare questo governo» ha aggiunto, «I cinquestelle non hanno né esperienza né competenze. Sono come quei signori della sinistra comunista del ’94 e in più hanno anche questo grande difetto».

C’è una famosa barzelletta su Berlusconi che ancora una volta calza a pennello. È quella nella quale lui, resosi conto della sua veneranda età, incarica i suoi più stretti e fidati collaboratori di cercare una tomba che sia all’altezza di una grande personalità come la sua. I suoi uomini, dopo mesi di estenuanti ricerche, finalmente ne trovano una: magnificente, bellissima, lussuosa da far invidia ad un sultano. Berlusconi, entusiasta dell’ottimo lavoro dei suoi, chiede: «Quanto costa?» Loro, intimiditi rispondono: «200 milioni di euro Presidente» Lui prontamente ribatte: «Ragazzi ho capito che deve essere bella ma per soli tre giorni il prezzo mi sembra un po’ esoso». Ma riuscirà veramente a risorgere stavolta?

Niccolò Bellugi

Senese, laureato in Scienze Politiche. Da toscano capita che aspiri qualche consonante, ma sulla "c" ci tengo particolarmente: Niccolò, non Nicolò. La mia è una sfida: mascherare il mio dialetto originario per poter lavorare in televisione o radio. Magari parlando di Sport. Ma tutto sommato va bene anche un giornale, lì non ho cadenze di cui preoccuparmi.

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