Cosa fanno e quanto inquinano gli inceneritori? L’intervista all’esperto del Politecnico

«I numeri e gli studi certificano che l’inquinamento dovuto alle automobili impatta maggiormente sul territorio rispetto a un inceneritore. Solo che è più facile scatenare una polemica contro un termovalorizzatore rispetto che chiedere alle persone di scegliere mezzi di trasporto meno inquinanti». Mario Grosso è docente presso il Dipartimento Ingegneria Civile e Ambientale del Politecnico di Milano e da vent’anni si occupa del tema rifiuti, dalla prevenzione alla valorizzazione energetica dell’indifferenziato. Raggiunto al telefono da MasterX ha risposto ai dubbi e alle domande su questi impianti rientrati nel dibattito politico nazionale con lo scontro tra il Ministro dell’Interno Matteo Salvini e il Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio. «Servono termovalorizzatori anche in Campania», ha detto il leader leghista. «No, gli inceneritori non c’entrano una ceppa», la risposta del capo politico del Movimento Cinque Stelle.

inceneritore

Inceneritori o termovalorizzatori?

«I termini vengono utilizzati a seconda di chi vuole tirare acqua al proprio mulino – ha spiegato il professor Grosso – Questi impianti in realtà sono entrambe le cose, perché bruciano l’indifferenziato e lo valorizzano producendo energia rispettando la normativa europea». In poche parole, senza termovalorizzatori tutto l’indifferenziato finirebbe in discarica. Aggiunge poi il docente del Politecnico: «Il sistema della raccolta rifiuti funziona se c’è equilibrio, ovvero se sono possibili tutte le alternative. Il termovalorizzatore va inteso come complementare alla raccolta differenziata, fondamentale ma allo stato attuale incapace di recuperare tutti i rifiuti che produciamo in Italia».

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Cosa accade negli inceneritori

Il confronto politico degli ultimi giorni ha messo sulla bilancia gli impianti presenti in Lombardia e in Campania. La prima conta 13 termovalorizzatori da cui passa il 34% dei rifiuti urbani d’Italia; la seconda uno soltanto, ad Acerra, motivo alla base della proposta del leader leghista Matteo Salvini, il quale suggerisce che ciascuna provincia campana dovrebbe averne uno. «Non è nel contratto di governo», il coro unanime del Movimento Cinque Stelle. E intanto prosegue l’allerta roghi tanto al sud quanto al nord, come ha denunciato l’inchiesta di MasterX “Roghi, rifiuti e cosche: attacco al nord”. Incendi drammatici per la salute e difficili da spegnere proprio perché l’indifferenziato è un combustibile. «Quando questi rifiuti bruciano nei termovalorizzatori riducono fino all’80% il proprio volume – spiega il professor Grosso – e il restante 20% contiene metalli preziosi come alluminio, rame, ferro, che possono essere riutilizzati».

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Efficienti o pericolosi?

Quasi a conferma della distanza tra il Movimento Cinque Stelle dalla galassia “inceneritori”, secondo l’esperto intervistato da MasterX uno dei migliori termovalorizzatori in Italia sarebbe proprio quello di Parma, il primo capoluogo di provincia gestito da un sindaco pentastellato, l’ormai ex Federico Pizzarotti, eletto nel 2012 con la promessa elettorale che il comune emiliano avrebbe fatto a meno di un inceneritore. «In Italia abbiamo impianti anche di livello europeo – aggiunge il professore Grosso – ad esempio il termovalorizzatore di Milano alimenta il riscaldamento della Fiera e di alcuni quartieri del nordovest della città; ci sono poi i buoni esempi di Torino e Bolzano». Al centro e al sud  sono invece diverse le Regioni che non smaltiscono l’indifferenziato sul proprio territorio, ma lo danno in gestione ad altri. La posizione dei pentastellati sul tema si può riassumere con il seguente tweet del Presidente della Camera  Roberto Fico.

Ma al netto dell’efficienza, quanto sono sicuri per la salute delle persone? Che peso bisogna dare al rischio dovuto alle nanoparticelle che possono sfuggire ai filtri? «Per ragioni storiche – risponde il professor Grosso – i termovalorizzatori devono rispettare limiti ancora più stringenti rispetto ad altre strutture. Da anni mi occupo dei rifiuti e visito per lavoro gli impianti: certo, tra questi i migliori sono quelli che producono più energia dalla combustione e garantiscono emissioni con concentrazioni di inquinanti più bassi».

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Stando alla linea del governo, espressa anche dal Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, l’obiettivo è un futuro a “rifiuti zero”. Processo che tuttavia ad oggi resta soltanto una visione, se non un’utopia. E nel frattempo gli inceneritori conquistano le prime pagine non sempre per via di una polemica tra alleati di governo, ma perché si reinventano come piste da sci. Date un’occhiata a quel che si sono inventati a Copenaghen.

 

 

 

 

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