Wikileaks, sette anni fa la pubblicazione di oltre 250.000 documenti riservati USA

Il 28 novembre del 2010 veniva scoperchiato un piccolo vaso di Pandora. Al suo interno c’erano decine di migliaia di file che raccontavano corruzione, abusi e misfatti commessi dall’amministrazione statunitense. Fu un caso clamoroso di “leak” informatico reso possibile tra gli altri da Julian Assange, uno dei fondatori del sito Wikileaks, che ha celebrato su twitter l’anniversario ricordando il primo “Cablegate”.

Gli  oltre 250.000 documenti pubblicati spaziavano dal 1966 fino al 2010 e contenevano principalmente le valutazioni diplomatiche dei leader mondiali così come il giudizio degli ambasciatori USA sui paesi nei quali erano ospitati ma anche le prove delle ingerenze degli Stati Uniti nella vita politica ed economica degli alleati. A colpire particolarmente giornalisti e opinione pubblica erano la franchezza e in alcuni casi la brutale spregiudicatezza delle valutazioni contenute in questi documenti.

Documenti riguardanti ufo a Teheran nel 1976
La schermata di accesso negato al sito della Us Air Force

 

 

 

 

 

 

 

Questa clamorosa fuga di notizie creò parecchia confusione nella Casa Bianca che parlò fin da subito di «un’azione sconsiderata contro la sicurezza nazionale». In risposta a queste azioni che avrebbero messo a rischio azioni diplomatiche delicate e la vita di alcune fonti confidenziali dell’amministrazione USA, il soldato Bradley Manning (oggi Chealsea Manning), responsabile di buona parte dei leak è stato condannato a 35 anni di reclusione per la violazione delle norme contenute nell’Espionage Act. Julian Assange invece è stato costretto a rifugiarsi nell’ambasciata ecuadoriana di Londra per sfuggire a un’accusa di stupro che rischiava di sfociare nella sua estradizione negli Stati Uniti dove sarebbe stato processato per le rivelazioni di WikiLeaks. Ancora oggi, nonostante gli addebiti a suo carico siano venuti meno, Assange non lascia l’ambasciata per timore di nuove incriminazioni. (MM)

 

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