Unhcr, nel mondo le persone in fuga da guerre e persecuzioni sono 70 milioni

Nel 2018 le persone in fuga da guerre e persecuzioni nel mondo sono state 70.8 milioni. A comunicarlo è il rapporto annuale dell’Unhcr, Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite, che in settant’anni non aveva mai registrato un numero così elevato. La stima, infatti, supera di 2.3 milioni di unità la precedente, relativa al 2017, ed è doppia rispetto a quella di vent’anni fa. Per di più – precisa l’agenzia – il dato potrebbe essere stato stimato per difetto, considerata la difficoltà di quantificare le conseguenze dell’attuale crisi in Venezuela. Elevatissimo il numero dei minori, che costituiscono il 48% del totale.
Nel complesso 41.3 milioni sono gli sfollati interni, 25.9 milioni i rifugiati in un Paese estero e 3.5 milioni i richiedenti asilo, ossia i soggetti che stanno ricevendo protezione internazionale ma che restano in attesa di sapere se verrà loro concesso lo status di rifugiato. Lo scorso anno il primato delle domande presentate è andato proprio ai venezuelani – 341.800 in totale –, che hanno superato siriani e afghani. Anche per questo il maggior numero di richieste è pervenuto agli Stati Uniti. Per il quinto anno consecutivo, invece, è stata la Turchia ad accogliere più migranti: ben 3.7 milioni.

 
«La crescita complessiva del numero di persone costrette alla fuga – spiega l’Unhcr – è dovuta a una rapidità maggiore di quella con cui si trovano soluzioni in loro favore. La soluzione migliore per qualunque rifugiato è rappresentata dalla possibilità di fare ritorno nel proprio Paese volontariamente, in condizioni sicure e dignitose. Altre soluzioni prevedono l’integrazione nella comunità di accoglienza o il reinsediamento in un Paese terzo. Tuttavia, nel 2018 solo 92.400 rifugiati sono stati reinsediati, meno del 7% di quanti sono in attesa. Circa 593.800 di loro hanno potuto fare ritorno nel proprio Paese, mentre 62.600 hanno acquisito una nuova cittadinanza per naturalizzazione».

A commentare i dati del rapporto è stato anche l’alto commissario Filippo Grandi, diplomatico italiano a capo dell’agenzia dal 2016: «Quanto osserviamo in questi dati – ha dichiarato – costituisce l’ulteriore conferma di come vi sia una tendenza nel lungo periodo all’aumento del numero di persone che fuggono in cerca di sicurezza da guerre, conflitti e persecuzioni. Se da un lato il linguaggio utilizzato per parlare di rifugiati e migranti tende spesso a dividere, dall’altro, allo stesso tempo, stiamo assistendo a manifestazioni di generosità e solidarietà, specialmente da parte di quelle stesse comunità che accolgono un numero elevato di rifugiati». (AV)

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