Il Papa in Cile chiede scusa per la pedofilia. Nove chiese incendiate

«Non posso fare a meno di esprimere il dolore e la vergogna che sento davanti al danno irreparabile causato a bambini da parte di ministri della Chiesa». Così si è espresso Papa Francesco nel suo primo discorso in Cile in merito agli abusi sui minori ad opera del clero. Tra i casi denunciati nel paese, quello più noto riguarda il sacerdote Fernando Karadima, riconosciuto colpevole dalla Santa Sede nel 2011. «È giusto chiedere perdono e appoggiare con tutte le forze le vittime» ha poi aggiunto il pontefice.

Nel suo intervento al Palazzo della Moneda di Santiago del Cile, Bergoglio ha richiamato poi l’attenzione sui passi avanti, in campo democratico e sociale, compiuti dal paese dopo gli anni della dittatura di Pinochet. All’incontro pubblico con il  capo dello Stato Michelle Bachelet era presente anche Sebastian Pinera, presidente eletto nelle recenti elezioni e che entrerà in carica a marzo. Tra gli argomenti toccati nel suo discorso, il Papa si è soffermato sulla salvaguardia dell’ambiente, chiedendo alla politica «l’audacia di offrire uno sguardo diverso» per far crescere una «cultura che sappia prendersi cura della nostra terra». Alla salute del pianeta il Papa aveva dedicato l’enciclica Laudato si’, consegnandone una copia anche a Trump.

Francesco ha citato in proposito l’esempio delle popolazioni autoctone e del “grande contributo” che potrebbero dare.  “Da loro possiamo imparare che non c’è vero sviluppo in un popolo che volta le spalle alla terra e a tutto quello e tutti quelli che la circondano”. Tra i prossimi appuntamenti del pontefice in Cile sono in agenda l’incontro con sacerdoti e religiosi nella Chiesa di Santiago e una visita privata al Santuario di San Alberto Hurtado.

Intanto altre tre chiese sono state incendiate nel corso della notte, a poche ore dall’arrivo di Bergoglio, per un numero complessivo di 9 luoghi di culto finora attaccati. (ad)

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