Eutanasia, netta chiusura di Papa Francesco: «La vita è intangibile»

Papa Francesco torna sul tema del fine vita e chiude nettamente all’eutanasia, definendola «un’affermazione ideologica della volontà di potenza dell’uomo sulla vita».
In occasione dell’assemblea plenaria della Congregazione per la Dottrina della Fede, il Pontefice ha spiegato: «Il processo di secolarizzazione, assolutizzando i concetti di autodeterminazione e di autonomia, ha portato a considerare la volontaria interruzione dell’esistenza umana come una scelta di civiltà». Perché «laddove la vita vale non per la sua dignità, ma per la sua efficienza e per la sua produttività, tutto ciò diventa possibile. Ma occorre ribadire che la vita umana, dal concepimento fino alla sua fine naturale, possiede una dignità che la rende intangibile». In tal senso, secondo il Santo Padre, «gli autentici pastori sono coloro che non abbandonano l’uomo a sé stesso, né lo lasciano in preda del suo disorientamento e dei suoi errori, ma con verità e misericordia lo riportano a ritrovare il suo volto autentico nel bene». Questo perché «il dolore, la sofferenza, il senso della vita e della morte sono realtà che la mentalità contemporanea fatica ad affrontare con uno sguardo pieno di speranza. Eppure, senza una speranza affidabile che lo aiuti ad affrontare anche il dolore e la morte, l’uomo non riesce a vivere bene e a conservare una prospettiva fiduciosa davanti al suo futuro. E’ questo uno dei servizi che la Chiesa è chiamata a rendere all’uomo contemporaneo».

Se da un lato dunque la critica di Francesco alle pratiche eutanasiche appare chiara e inequivocabile, dall’altro resta fermo il principio illustrato lo scorso novembre in riferimento all’accanimento terapeutico: «È moralmente lecito rinunciare all’applicazione di mezzi terapeutici – aveva scritto il Papa – quando il loro impiego non corrisponde a quel criterio etico e umanistico che verrà in seguito definito “proporzionalità delle cure”».

Le dichiarazioni arrivano proprio nei giorni dell’entrata in vigore della legge sul biotestamento, pubblicata dieci giorni fa sulla Gazzetta Ufficiale. Un testo che aveva suscitato più di qualche perplessità da parte del Vaticano, specie in riferimento alla parificazione di alimentazione e idratazione ai tradizionali trattamenti medico-sanitari e alla mancata introduzione della possibilità, per i medici, di ricorrere all’obiezione di coscienza. (av)

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