Stop al Parlamento: la Regina dice sì a Boris Johnson

La Brexit è una strada tortuosa e già Theresa May si è dovuta arrendere prima di arrivare al traguardo. Boris Johnson invece non sembra avere intenzione di farsi fregare dall’annosa questione, così ha chiesto alla Regina di sospendere il Parlamento pochi giorni dopo il rientro dei parlamentari dalla pausa estiva, previsto per il 3 settembre. Nonostante le proteste di chi desiderava il rientro in aula per prorogare le decisioni sulla Brexit al 31 ottobre, Elisabetta II ha autorizzato la sospensione. In un comunicato ufficiale dei Privy Council, organo dei consiglieri della Regina, si legge che il Parlamento debba essere sospeso dal 9 settembre fino a (e non oltre) il 12 settembre. La Camera dei Comuni, invece, riaprirà il 14 ottobre.

La mossa in gergo si chiama prorogation ed è mirata ad impedire rinvii dell’uscita dall’Unione Europea, anche in caso di un no deal. A pestare i piedi è soprattutto l’opposizione, in primis il leader laburista Jeremy Corbyn. Non appena il premier ha confermato l’intenzione di chiedere la sospensione del Parlamento, Corbyn ha scritto alla Regina, chiedendole un incontro urgente. La mossa è stata definita dal laburista «una minaccia per la democrazia».

Le lamentele si sono levate anche dalle file dei conservatori: lo speaker della Camera John Bercow non ha apprezzato la mancanza di preavviso da parte del premier e ha definito la mossa «un’onta costituzionale».

La notizia ha avuto subito influenze sui mercati: scivolone al ribasso per la sterlina che ha perso l’1% contro il dollaro. Contro l’euro, cede circa uno 0,7%. Si tratta dei minimi già toccati dalla sterlina nel corso di agosto.

 

 

 

Gabriella Mazzeo

24 anni, giornalista praticante. Attualmente scrivo per MasterX, prossimamente scriverò per qualsiasi testata troverete in edicola. Per ora intaso il vostro internet, fra diversi anni forse anche le vostre tv. Nel dubbio, teniamoci in contatto

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