Golden Globe 2019, Lady Gaga a mani vuote. Vincono “Bohemian Rhapsody” e “Green Book”

Inclusione e diversità. Sono le parole che hanno caratterizzano la 76° edizione dei Golden Globe Awards, i premi assegnati dalla Hollywood Foreign Press, l’associazione dei giornalisti stranieri che si occupa di cinema e che vive a Los Angeles.

È stata una serata ricca di colpi di scena dove i film dati per favoriti sono usciti con le ossa rotte. Lady Gaga, con il suo maxi chignon azzurro, data favorita da tutti – dai critici ai siti di scommesse – come migliore attrice nella categoria film drammatico per la sua interpretazione in “A star is born”, ha perso. Il premio è andato a Glenn Close per il film “Wife – Vivere nell’ombra”.

Altro risultato clamoroso riguarda il miglior film sempre nella categoria dramma: a vincere è “Bohemian Rhapsody”, la pellicola dai grandi incassi in tutto il mondo, che però a livello di critica non ha convinto al punto da essere candidata a soli due premi, tutti e due vinti.

Rami Malek, protagonista del film, porta a casa il Globe come migliore attore protagonista per aver indossato i panni di Freddie Mercury, leader dei Queen. Malek ha battuto Bradley Cooper, candidato come miglior protagonista e anche come miglior regista per “A star is born”. Dato per favorito, il film con Lady Gaga e Bradley Cooper esce dalla serata dei Globes con la coda tra le gambe: delle cinque candidature – migliore attrice drammatica, migliore canzone, miglior film drammatico, miglior regia, migliore protagonista drammatico – si porta a casa solo il premio per la migliore canzone, Shallow, scritta dalla stessa Gaga insieme a Mark Ronson e cantata dai due protagonisti.

L’altro grande sconfitto è stato “Vice” di Adam McCay candidato a premi importanti quali – sceneggiatura, attore in una commedia, regista, attrice non protagonista, commedia, attore non protagonista – ha vinto solo un Globe, quello dato a Christian Bale in qualità di protagonista di una commedia per l’interpretazione di Dick Cheney, ex vice presidente americano sotto George W. Bush.

La grande rivelazione di questa edizione è stato “Green Book”, film diretto da Peter Farrelly, che porta a casa tre premi importanti: migliore sceneggiatura, migliore attore non protagonista con Mahershala Ali e il Globe come miglior film nella categoria commedia o musical, battendo “Il ritorno di Mary Poppins”.

La pellicola racconta l’amicizia tra un musicista di colore e il suo autista bianco nell’America segregata degli Anni 60. Alfonso Cuaron è l’altro grande vincitore della serata. Il suo “Roma” era candidato come miglior film straniero e ha vinto, aggiudicandosi anche il premio come miglior regista.

Ma se i film sono i protagonisti indiscussi dei Globes, gli abiti indossati sono le star del red carpet. Gucci, Valentino, Prada e ancora Miu Miu, Armani e Versace: questi sono solo alcuni degli stilisti italiani scelti dalle attrici che hanno vinto in passerella.

Lady Gaga si è presentata alla premiazione sfoggiando un abito lungo color azzurro con le maniche a sbuffo firmato Valentino Haute Couture. Il vestito si abbina perfettamente con lo chignon turchino scelto dalla cantante, chiaramente ispirato a July Garland nella versione di “A star is born” del 1954.

Una pioggia dorata marchiata Versace per la super top model Irina Shayk con un abito dallo spacco vertiginoso che si è presentata mano nella mano con il compagno Bradley Cooper in un abito Gucci total white: è stata definita la coppia più bella dei Globes.

Bellissima anche Emily Blunt con un abito Alexander McQueen a collo alto color platino in pizzo macramè e Charlize Theron in un elegantissimo black&white firmato Dior dall’ampia scollatura sulla schiena con tanto di strascico. Fa discutere, invece, l’abito scelto da Julia Roberts che solca la passerella con un top nude monospalla in tulle e diamanti abbinato ad un pantalone da smoking dal taglio maschile firmato Stella McCartney.

Abiti meravigliosi che fanno discutere così come i premi che potrebbero mettere in discussione pesi e posizioni in vista degli Oscar. Non ci resta che aspettare le nomination del 22 gennaio e vedere cosa succederà. Come si dice: chi vivrà vedrà.

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