Shock a Brescia: si impicca a otto anni dopo un rimprovero dei genitori

Si è tolto la vita a soli otto anni dopo un severo rimprovero dei genitori. Vani i tentativi di rianimazione dei medici del 118 che lo hanno trasportato in ospedale in codice rosso: quando la madre lo ha trovato impiccato con una sciarpa fissata all’armadio in cameretta, le condizioni del bambino erano ormai disperate. La morte è poi sopraggiunta nel corso della notte. E’ accaduto a Travagliato, in provincia di Brescia, nel pomeriggio di giovedì 8 febbraio. Dalle prime ricostruzioni non sembrano esserci dubbi sulla dinamica dell’accaduto. Un’indagine immediatamente aperta dalla procura di Brescia per fare luce sul caso è infatti stata archiviata con altrettanta rapidità.

Il bimbo, di famiglia pakistana, frequentava le elementari del paese in cui risiedeva. Il dramma si è consumato nell’intervallo tra le lezioni della mattina e il rientro pomeridiano. A innescare il diverbio con i genitori pare sia proprio stata la volontà del piccolo di non tornare a scuola al termine del pranzo.
«Siamo tutti sotto shock», spiega Davide Uboldi, il dirigente scolastico. «È un gesto assurdo e inspiegabile per un bambino così piccolo, che non aveva problemi particolari né di rendimento scolastico né di comportamento: prendeva buoni voti, aveva la media del sette, ed era ben inserito nella classe. Anche tre dei quattro fratelli del bimbo scomparso frequentano il nostro istituto e non abbiamo mai avuto problemi a comunicare con i loro genitori, sempre presenti e attenti».

Sgomento nella comunità pakistana della bassa bresciana, così come da parte del sindaco di Travagliato Renato Pasinetti, che ha espresso la sua vicinanza alla famiglia. Questa invece la visione dello psicanalista Giuseppe Maiolo: «Purtroppo anche i bambini non sono estranei al dolore e alla perdita della fiducia. L’idea della morte come possibilità irreversibile di conclusione della vita si fa spazio attorno agli otto-nove anni. Varrebbe la pena però domandarsi se questo devastante disagio non sia dato dalla difficile e oggi sempre più anticipata fase di transizione che fa passare i minori dall’infanzia all’adolescenza». (av)

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