Processo Ruby bis, niente carcere per Emilio Fede. Accolta richiesta domiciliari

Emilio Fede non andrà in carcere a scontare la condanna definitiva a 4 anni e 7 mesi, inflitta in Cassazione, per il caso Ruby bis. Lo ha deciso la procura generale di Milano che ha accolto un’istanza dei suoi difensori, motivata da ragioni di età e salute, in vista di una richiesta di detenzione domiciliare.

Uno dei legali dell’88enne ex direttore del Tg4, condannato per favoreggiamento della prostituzione, ha spiegato che dovrebbe esserci la sospensione dell’ordine di carcerazione e, dunque, la possibilità per Fede di chiedere la detenzione domiciliare senza nemmeno un ‘passaggio’ in carcere in attesa che la Sorveglianza si pronunci definitivamente. Va ricordato, infatti, che la sospensione dell’ordine di carcerazione per chi ha già compiuto 70 anni non è automatica e dunque il giornalista potrebbe finire in carcere prima di ottenere i domiciliari in casa. Su Fede, inoltre, potrebbe pesare in futuro anche un’altra condanna a due anni, non ancora definitiva, per una vicenda che riguarda falsi fotomontaggi hot che, secondo l’accusa, avrebbe fatto confezionare per ricattare i vertici di Mediaset, dopo essere stato messo alla porta dal Tg4 nel 2012, per ottenere una buonuscita più vantaggiosa.

Affidamento in prova che Nicole Minetti, invece, condannata a 2 anni e 10 mesi, potrà chiedere già nei prossimi giorni perché la sua pena di 2 anni e 10 mesi è stata subito sospesa.

Antonio Lopopolo

Giornalista praticante al Master Iulm nel biennio 2017/2019. Prima di trasferirmi a Milano ho scritto per un sito online pugliese ottenendo il tesserino da pubblicista. Durante il biennio ho svolto il primo stage a Sky Sport e il secondo nella redazione di Corriere Tv del Corriere della Sera. Grande appassionato di sport, soprattutto di calcio.

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