Golden Globe, la notte delle donne. Vincono “Tre manifesti” e “Lady Bird”

Il cast di Big Little Lies – Piccole grandi bugie, con Nicole Kidman e Reese Witherspoon

La corsa agli Oscar potrebbe avere trovato il suo favorito. È Tre manifesti a Ebbing, Missouri di Martin McDonagh, la storia di una donna che accusa la polizia di non avere fatto abbastanza per individuare l’assassino della figlia. La notte dei Golden Globe 2018 è stata però anche quella della protesta delle donne dopo gli scandali degli ultimi mesi: le attrici hanno sfilato sul tappeto rosso in abito nero, le domande frivole sui vestiti delle star sono state bandite, e molte star hanno denunciato dal palco i soprusi che le donne subiscono a Hollywood e non solo.

Tre manifesti a Ebbing, Missouri è stato premiato come miglior film drammatico. Battuti tre dei principali pretendenti agli Academy Awards: The Post di Steven SpielbergDunkirk di Christopher NolanLa forma dell’acqua di Guillermo Del Toro. Il nuovo status di favorito per la notte degli Oscar del film di McDonagh è consolidato anche dai riconoscimento alla sceneggiatura e a due attori del cast: Frances McDormand come attrice drammatica e Sam Rockwell, che ha sconfitto il favorito Willem Dafoe tra gli attori non protagonisti.

Sam Rockwell e Frances McDormand in Tre Manifesti a Ebbing, Missouri

Spielberg e Nolan sono rimasti a secco di premi, mentre Del Toro può consolarsi con il Golden Globe per la migliore regia. Premio consegnato da Natalie Portman, che ha sottolineato come i candidati fossero «tutti uomini». Un riferimento alla generale scarsità di film diretti da donne a Hollywood, ma anche all’esclusione dalla cinquina dei candidati di Dee Rees (Mudbound), Kathryn Bigelow (Detroit) e soprattutto di Greta Gerwig, autrice di Lady Bird. Il film di Gerwig è stato comunque tra i dominatori della serata: è stato premiato infatti come migliore commedia, ed è valso un riconoscimento anche alla protagonista, Saoirse Ronan.

La Hollywood Foreign Press, l’organizzazione della stampa straniera che da 75 anni assegna i premi, ha votato James Franco come miglior attore comico per The Disaster Artist. Come migliore performance in un film drammatico è stata scelta quella di Gary Oldman in L’ora più buia. Secondo l’esperto di Variety Kristopher Tapley, il ritratto di Winston Churchill dell’attore britannico, considerato il favorito per l’Oscar, è stato preferito di poco all’interpretazione di Timothée Chalamet in Chiamami col tuo nome, dell’italiano Luca Guadagnino. Era in lizza fra le donne Helen Mirren, diretta da Paolo Virzì in Ella & John – The Leisure Seeker.

Come migliore serie drammatica è stata incornata The Handmaid’s Tale, basata sul romanzo Il racconto dell’ancella di Margaret Atwood. Come serie comica è stata scelta The Marvelous Mrs. Maisel, finora arrivata in Italia soltanto in lingua originale. Come mini-serie è stato premiato Big Little Lies – Piccole grandi bugie. A secco Jude Law, candidato per The Young Pope di Paolo Sorrentino, battuto da Ewan McGregor per Fargo.

Gli uomini premiati al Beverly Hilton Hotel di Beverly Hills non hanno menzionato il movimento #metoo o Time’s Up, il progetto di assistenza legale alle vittime di molestie sessuali sul lavoro lanciato da 300 donne di Hollywood. Né hanno accennato, anche in termini vaghi, agli scandali degli ultimi mesi. Il solo uomo a parlarne è stato il presentatore, Seth Meyers, che ha esordito con un saluto a «signore e signori – quelli rimasti». Poco dopo: «È il 2018. La marijuana è legale, e le molestie sessuali finalmente non lo sono più». E ancora: «Risentirete parlare di Harvey Weinstein tra 20 anni, quando sarà la prima persona a essere fischiata durante il segmento “In memoriam”»; «Quando ho letto che La forma dell’acqua parla di una donna che si innamora di un mostro, ho pensato fosse un film di Woody Allen».

Nel monologo di Meyers non sono mancati anche i riferimenti a Donald Trump. E proprio alla Casa Bianca hanno pensato molti spettatori dopo avere ascoltato il discorso di Oprah Winfrey, la regina della televisione statunitense, insignita del Cecil B. DeMille Award alla carriera. La 21esima donna più potente del mondo secondo Forbes ha paragonato il movimento #metoo a quelli per i diritti civili dei neri d’America. Ha citato Rosa Parks, la donna che nel 1955 si rifiutò di cedere il posto sull’autobus a un passeggero bianco, e Recy Taylor, donna afroamericana che non ottenne mai giustizia per lo stupro subito nel 1944 da sei uomini bianchi, mentre tornava da una chiesa. «Voglio che tutte le ragazze che ci stanno guardando», ha detto l’attrice e conduttrice sul palco, «sappiano che c’è un nuovo giorno all’orizzonte. E quando quel giorno sorgerà, sarà grazie a tante magnifiche donne e ad alcuni uomini fenomenali». Dopo il discorso, l’hashtag #Oprah2020 ha iniziato a dilagare su Twitter.

(MN)

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